Pronome derivativo da SE, che denota proprietà, o attenenza, ed ha propriamente relazione alla terza persona del singular solo, di tutti i generi, quantunque talvolta si riferisca anche al più. Lat. suus.
Bocc. nov. 46. 5. Comandò, ch' ella fosse messa in certe case bellissime d' un suo giardino. E nov. 48. tit. Vassene, pregato da' suoi, a Chiassi.
Dan. Par. 1. Del suo lume fa 'l Ciel sempre quieto. E cant. 2. Così la' intelligenza sua bontade.
Petr. Son. 209. Quando fia, che sua pari al Mondo truove?
E riferito al numero del più, in vece di loro.
Bocc. n. 42. 14. Poichè gli arcieri del vostro nimico avranno il suo saettamento saettato. E Introd. n. 19. Pochissimi erano coloro, a' quali i pietosi pianti, ec. de' suo' congiunti, fossero conceduti.
Cr. 4. 8. 3. Non così agevolmente tralignano, o vero si partono dalla sua generazione.
¶ E SUO d' una sillaba, in vece di SUA, per proprietà di linguaggio, e per l' armonía.
E Bocc. nov. 29. 28. Lei sempre come suo sposa, e moglie, l' amò.
G. V. 12. 7. 22. Venere nel lione gradi otto, faccia di Saturno, e contradio alla suo triplicità.
¶ Aver le sue, o Toccar le sue, vale esser percosso, intendendovisi BUSSE. Lat. plagis affici.
Bocc. nov. 45. 8. S' ella non istarà cheta, ella potrà aver delle sue.
¶ Spendere il suo, investíre il suo, cioè il suo avere.
Bocc. n. 15. Avendo il suo investito in uno anello. E nov. 49. 3. Il suo, senza alcun ritegno spendeva.
¶ Similmente i SUOI, nel numero del più, cioè suo' parenti, o in altra maniera attenenti.
E Bocc. nov. 3. 8. Vago ciascuno d' essere il più onorato tra i suoi.