volgare

(vol'gare)
aggettivo

1. privo di garbo, di finezza e sim. modo di parlare volgare

2. privo di qualità o valore una volgare imitazione dell'originale

volgare

nome maschile

in passato, la lingua parlata dal popolo, contrapposta a quella colta (il latino) il volgare italiano

VOLGARE.

Di volgo, comunale. Lat. vulgaris, communis.

Dan. Inf. 2. Ch' uscì per te della volgare schiera.

Petr. son. 73. Volgare esemplo all' amoroso coro.

Passav. prol. Le riducessi a certo ordine per iscrittura volgare. E car. 315. Esser retorico, ed esercitato nel parlar volgare, e aver sentimento d' Iddio.

¶ Aggiunto a huomo, o a significativo d' huomo, vale idiota, senza lettere. Lat. illiteratus, idiota.

Bocc. n. 59. 4. Si dicea tra la gente volgare, che queste sue speculazioni, ec. E Introd. n. 5. i quali volgari nominavan gavoccioli.

VOLGARE.

Sust. linguaggio, idioma vivo, e che si favella. Lat. lingua vernacula, sermo.

Maestr. Aldob. Compiuto è il libro, che parla delle medicine, per santà guardare, compilato da' Filosofi, traslatato di Francesco in volgar Fiorentino.

Bocc. g. 4. p. 2. Le quali non solamente in Fiorentin volgare, e in prosa scritte per me sono, ma in istilo, ec. E nov. 60. 19. Gli feci copia delle piagge di Monte morello in volgare.

Ovvid. Pist. Questo libro recai di gramatica in volgar Fiorentino, a vostra instanzia, sì come vostro servidore.

G. V. 1. 1. 3. Io innarrerò in questo libro in piano volgare. E cap. 18. Per lo loro nome in latino fu chiamata Gallia, e in comune volgare Francia.

Pass. prol. Porgo la mano, con lo 'ngegno a scrivere, e per volgare, ec. e per lettera in latino.

Accademia della Crusca © 1612

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