Di poco pregio, di poca stima. Lat. vilis.
Cr. 10. 122. 5. Iddio puote fare del caro vile, e del vile caro, secondo sua volontade.
Bocc. n. 95. 7. E per questo vi potete render sicura, che niuna cosa avete, qualche ella si sia o cara, o vile, che, ec.
Bocc. n. 77. 42. Perciocchè io ucciderei una vile, e cattiva, e rea femmina. E nov. 93. 18. Quanto più la guarderò, di minor pregio sarà, e però, anzi ch' ella divenga più vile, prendila, io tene prego. E nov. 94. 18. Come cosa vile, e più non utile, nel mezzo della strada gittata.
Petr. Son. 226. Quasi vil some egualmente dispregi.
¶ Avere a vile, riputare, o tener vile, dispregiare. Lat. despicari, contemnere.
Bocc. n. 99. 15. Che di spezial grazia mi facciate un dono, di non rifiutare, ne avere a vile il piccol dono, ec.
Cr. 1. 13. 2. Anche si prenda guardia di non avere a vile l' altrui dottrina.
Conv. c. 1. Che per quello ogni cosa tiene a vile.
M. V. 5. 25. Le fanno riputare a vile nel cospetto de' savi.
E per timido, pauroso. Lat. timidus, pavidus.
Fior. Vir. A. Mon Puossi appropiare il vizio del timore alla lepre, che ella è il più vile, e 'l più pauroso animale del Mondo.
Passav. 19. Non voleva mostrare d' aver paura, ne esser tenuto codardo, ne vile.