sust. da contare, per annoverare, vale calculo, e ragione. Lat. calculus, ratio.
Sen. Pist. Quando l' huomo ha raunate le parti si le somma per conto.
Tes. Br. 2. 48. E di questi medesimi undici dì nasce un conto, che è appellato la patta, per trovar la ragion della Luna.
G. V. 6. 92. 4. Appuosono al buon Roméo, ch' egli aveva male guardato il tesoro del Conte, e fecergli domandar conto.
E Mettere in conto, annoverar tra gli altri.
Filoc. lib. 3. 130. Alcuni vogliono donar gioie, le quali non sarieno degne da mettere in conto.
N. ant. proem. 2. E invita loro hanno appena tratto un parlare, od altra cosa da mettere in conto.
Far conto è veder le ragioni s' elle son giuste.
Tener conto, scrivere i conti, e fare i conti. Lat. ratione putare: subducere rationes.
E tener conto d' uno. Farne stima, averlo in pregio.
E in proverbio, conti chiari, amici cari.
¶ Per capitale, assegnamento.
Bocc. n. 25. 7. Niuna cosa avete qualche ella si sia cara, o vile, che tanto vostra possiate tenere, e così in ogni atto farne conto, come di me.
¶ Per istima, pensiero.
G. V. 6. 1. 3. E quasi vita epicurea tenne, non faccendo conto, che mai altra vita fosse.
E da CONTARE per raccontare, il raccontare, il narrare, raccontamento, narrazione.
N. ant. 99. 9. Quando Palamides, ne la menò, come altrove dice lo conto.
Tes. Br. lib. 1. 5. Infino a qui ha avvisato il conto assai brevemente, e apertamente. E lib. 1. 20. Si se ne vada al grande conto del vecchio testamento.
Tav. rit. Ora dice lo conto, che avendo l' altro dì giorno bello, e chiaro, ec.
add. noto, chiaro, manifesto.
Petr. Son. 36. Raffigurato alle fattezze conte. E canz. 4. 6. E parlo cose manifeste, e conte.
Dan. Inf. c. 3. Ed egli a me le cose ti fien conte.
Alb. cap. 17. Se per ventura tu hai male, dimanda aiutorio dalli tuoi conti.
¶ Per PRONTO, secondo il Landino, e AMMAESTRATO, secondo 'l Buti.
Dan. Inf. c. 33. Con cagne magre, studiose, e conte.