Eguale. Lat. aequalis, par.
Bocc. Introd. n. 18. Ed egli sopra gli omeri de' suo' pari, con funeral pompa di cera, e di canti, alla chiesa, ec. n' era portato. E nov. 77. 42. Che cento mila tue pari non potranno, mentre che 'l Mondo durar dee. E nov. 28. 8. Ma, che puote una mia pari, che a un così fatto huomo, come voi siete, sia convenevole?
Tes. Br. 1. 12. Ma Lucifero disse, che era pari a Dio, e grande come Dio.
Com. Inf. c. 8. Non rende debita reverenza alli maggiori, ne caritativa benevolenza a' pari.
Dant. Parad. 14. Ed ecco intorno di chiarezza pari Nascere un lustro.
Petr. Son. 64. Non son, come a voi par, le ragion pari. E Son. 183. Tra quantunque leggiadre donne, e belle, Giunga costei, ch' al Mondo non ha pare.
¶ Diciamo. Stare a piè pari, che è quello, che i latini dicevano caenare, opipare.
Numero, che si può dividere in due parti eguali. Lat. par.
Mor. San Greg. Il primo caffo si è tre, il primo pari si è quattro, de' quali numeri si fa sette.
¶ Giucare a pari, o caffo, giuoco antichissimo. Lat. ludere par impar. I Greci dicevano.
E forse di quì PARIGLIA, che, nel giuoco de' dadi, sono due medesimi numeri, come AMBASSI, DUINO, TERNO, QUADERNO, CINQUINO: e vale anche CONTRACCAMBIO, come: render la pariglia.