In signif. neutr. star cheto, non parlare. Lat. tacere, silere.
Dan. Purg. 25. Ancor digesto scende, ov' è più bello tacer, che dire. E Inf. 7. E dice taci, maladetto lupo.
Bocc. n. 18. 16. Ed ella taciuto; ultimamente da Amor sospinta, ec. incominciò a dire. E nov. 98. 32. Io taccio per vergogna delle mie ricchezze.
Petr. canz. 4. 3. E giammai poi la mia lingua non tacque, Mentre potéo. E stanz. 5. Or che 'l Cielo, e la Terra, e 'l Vento tace.
Bocc. g. 6. f. 4. Le leggi, così le divine, come l' umane, tacciono.
Dan. Inf. c. 1. Mi ripigneva là, dove il Sol tace.
But. Cioè nella selva detta di sopra, non luce lo Sole, però dice tace.
¶ Per chetarsi, dopo l' aver parlato, restar di parlare. Lat. silere.
Bocc. n. 55. 1. Come Neifile tacque, ec. così Panfilo, per voler della Reina, disse. E nov. 16. 29. E lagrimando si tacque. E nov. 4. 1. Già si tacea Filomena dalla sua novella spedita.
In signif. att. passar con silenzio, tener segreto. Lat. silentio involvere.
Bocc. n. 6. 1. Ne io altresì tacerò un morso dato da un valente huomo ad un' avaro.
Petr. Son. 18. Vergognando talor, ch' ancor si taccia, Donne, per me, vostra bellezza in rima.
San Grisost. Che mi gioverebbe a tacer le parole, poichè i fatti gridano?