mandar fuora gli escrementi del cibo, per le parti di sotto. Lat. cacare, alvum exonerare.
Bocc. n. 28. 21. Sevvi di lungi delle miglia più di bella cacheremo. Qui è modo di favellare senza conclusione, e per parer di dire qualchè gran maraviglia, a chi non intende.
E da CACARE CACATOIO, che è il luogo dove si caca. Lat. latrina.
¶ Per metaf. CACACCIANO, d' huomo, timido, e da niente.
E Cacarsi sotto, di chi, per timidità, o per altro, nel trattar qualche negozio, si perde, ed esce di se. Fl. c. 10.
Diciamo anche CACATAMENTE, del favellare, o fare qualche altra cosa adagio, e male.
E CACAIUOLA chiamiamo il flusso del ventre, allaquale, (perchè pare, che rappresenti altrui schifiltà) diciamo, più reverentemente, soccorrenza. Lat. foria.
E da questo deriva anche SCACAZZARE, SCACAZZIO, SCACAZZAMENTO, che è quello, che s' avrebbe a fare in un tratto, e in un luogo, farlo in più, e 'n parecchi volte.
Onde il Firenzuola l' usò metaforicamente nelle novelle, per ispendere, e gettar via i danari in cose frivole, e vane.
Firenzuola Desse quaranta lire al Giannella, che la vecchia s' avea scacazzate.
Si dice anche cacheroso, che vale lezioso, e cachería, che val leziosaggine, e costume odievole.